Nella seduta dell’Aula del Senato del 13 marzo 2024 si sono svolte le Comunicazioni del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR sullo stato di attuazione del PNRR. Evidenziato il rapporto positivo costruito con la Commissione UE, che ha permesso all’Italia di ricevere una performance positiva sull’attuazione del Piano. Ripercorse le nuove riforme inserite con la rimodulazione del Piano ed evidenziata la necessità di migliorare la qualità e l’efficienza della spesa. Di seguito, un riepilogo dei contenuti dell’audizione del Ministro: · Relazione semestrale PNRR – La terza relazione sul PNRR era la prima del Governo Meloni, che fotografava un quadro molto complesso relativo alla verifica della terza rata. La quarta rata coglie invece gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da raggiungere nei prossimi mesi e anni. · Modifica terza rata – Nella fase di verifica della terza rata, è stato trovato un accordo positivo con la Commissione UE che ha consentito lo spostamento di un obiettivo dalla terza alla quarta rata e, conseguentemente, il pagamento della terza rata. In quella occasione, vi è stata altresì una riduzione dell’importo sulla terza rata spostato nella quarta rata che ha significato l’avvio di un nuovo confronto con la Commissione. · Revisione quarta rata – La revisione della quarta rata è stata avviata prima della revisione del Piano, che ha consentito all’Italia di incassare non solo la terza rata ma anche la quarta rata, raggiungendo un importo totale complessivo di 102 miliardi di euro da Bruxelles. · Revisione del Piano – La Revisione del Piano poggiava su dati oggettivi, come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha generato una importante crisi energetica e che ha portato la Commissione all’adozione di un nuovo strumento di risposta alla crisi, il RepowerUE. L’Italia ha dunque colto l’opportunità per intervenire anche su altre questioni, ossia quei progetti inseriti nel Piano ma che mai avrebbero potuto essere rendicontati o spesi nell’ambito del Piano con scadenza al 2026. Questi progetti non sono stati definanziati perché nel DL PNRR sono state previste tutte le coperture per quei progetti. Con l’esclusione di quei progetti, inoltre, sono state recuperate risorse necessarie per la nascita del capitolo aggiuntivo RepowerUE. Il lavoro del Governo è stato riconosciuto anche da ANCI. · RepowerEU – Si tratta di un capitolo fondamentale dove sono stati previsti oltre 6 miliardi per la transizione energetica delle imprese, con una serie di norme di indirizzo inserite anche all’interno del DL PNRR. Sono state inoltre inserite norme su infrastrutture strategiche del Paese e su altri settori strategici, come quello agricolo, dove sono stati previsti interventi concreti con aumento di dotazioni finanziarie anche prima delle proteste dei trattori. · Miglioramento della spesa – Uno degli obiettivi fondamentali è quello di migliorare la qualità della spesa, ricordando che 122 miliardi sono a debito. Bisogna inoltre interrogarsi sul perché gli altri Paesi hanno fatto una scelta completamente diversa chiedendosi perché non hanno usato questa modalità. La spesa relativa al Piano nei primi due anni è pari a 24 miliardi di euro, la spesa del 2023 superiore a 21 miliardi di euro. In questo contesto, molti progetti potrebbero non essere stati conteggiati perché non sono stati caricati tempestivamente all’interno della piattaforma Regis. Inoltre, molti progetti sono ora ad una fase di progettazione o di messa a gara, e dunque verrà avviata solo successivamente una fase di spesa. All’interno della relazione semestrale, non sono stati inseriti gli aggiornamenti inseriti nel DL PNRR relativamente alla spesa. · Risorse giustizia e sanità - È importante sottolineare che ci sono una serie di misure e di riforme che hanno previsto coperture fino al 2026 come quelle sulla giustizia e sulla sanità e sulle quali è necessario che il Parlamento individui le soluzioni per dare stabilità e rendere efficace questo percorso di investimenti, programmando gli obiettivi per tempo. · Riforme del Piano – Il Governo Meloni non solo ha confermato tutte le precedenti 59 riforme previste dal Piano, ma ne ha anche aggiunte 7 nuove, di cui 5 collegate al RepowerUE. Tra queste, sono considerate cruciali: - Riforma Politica di Coesione – Si tratta di una riforma su cui il Governo sta lavorando in questi giorni, con l’obiettivo di approvare un provvedimento legislativo entro fine marzo. Sono state poste infatti le basi per un raccordo tra le diverse fonti di finanziamento ma anche per una revisione della governance affinché questa si avvicini a quella del Piano con target e milestone.
- Testo unico sulle rinnovabili – Si tratta di una riforma che intende dare coerenza agli investimenti sul fronte energetico per l’approvvigionamento energetico del Paese e che si lega alle competenze da sviluppare soprattutto nella transizione green e nel settore dell’efficienza energetica.
- Sistema degli incentivi – Si tratta di una riforma volta a creare un coordinamento e una visione comune.
· Collaborazione con la Commissione UE e quinta rata – Il Governo Meloni ha creato le basi per una collaborazione positiva con la Commissione UE che ha portato a dei risultati concreti positivi. In questo contesto, infatti, l’Italia è stato il primo paese a richiedere la quinta rata da 10,6 miliardi. · Governance – Il Governo ha proposto un modello di governance simile a quello presente in Europa. La Struttura di Missione presso la PDCM è stato uno strumento pensato non per accentrare ma per semplificare le procedure, che ha generato impatti positivi oggettivi. Il Ruolo della Cabina di Regia è stato inoltre rafforzato, con numerose riunioni non solo successive alle decisioni ma anche precedenti. Anche nel caso del DL PNRR, sono state portate avanti numerose riunioni con realtà industriali che hanno permesso di includere alcuni suggerimenti, correggendo in corso le criticità. · Relazione Corte dei conti – Nella Relazione della Corte dei conti degli scorsi giorni emerge un sostanziale apprezzamento nei confronti del raggiungimento dei target previsti nell’ambito del Piano, mentre sono state sottolineate criticità sulla parte relativa alla spesa. In questo contesto, il DL PNRR punta ad una accelerazione della spesa del Piano, rendendola anche più efficiente, fondamentale dal momento che l’Italia ha scelto di utilizzare al 100% la quota a debito del PNRR. · Rapporto con altri Paesi UE – In confronto agli altri Paesi UE, l’Italia ha ottenuto una valutazione della performance molto positiva, la migliore tra gli stati membri. Questo emerge da un rapporto indipendente che la Commissione UE ha presentato nei giorni scorsi. Il PNRR italiano rappresenta il più grande piano, da cui dipende anche la riuscita del NextgenerationEU. Q&A: · Sen. Rojc (PD) – Ha criticato il Governo Meloni sui ritardi e rinvii sul PNRR, anche sulla base della relazione della Corte dei conti. Ha sottolineato l’allarme delle Regioni dal momento che la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha chiesto un incontro al Ministro Schillaci contro il taglio di fondi relativo alle opere per la sicurezza delle strutture ospedaliere. Ha inoltre criticato l’accentramento della governance, evidenziando la necessità di un ruolo del Parlamento che è stato escluso dalla discussione sulla modifica del Piano. · Sen. Terzi di Sant’Agata (FdI) – Ha evidenziato il fondamentale rapporto instaurato con l’Europa da parte del Governo Meloni, nonché i risultati riconosciuti all’Italia da parte di altri Paesi e dall’UE. Ha evidenziato i problemi generati dal Superbonus. · Sen. Fregolent (IV) – Ha evidenziato come il PNRR non appartenga ad una singola maggioranza, nonostante lo strumento abbia evidenziato carenze strutturali evidenti per il rilancio del Paese. Ha sottolineato come la nuova governance non abbia accelerato la spesa. Inoltre, se il PNRR era un’occasione per chiudere il divario tra Sud e Nord, dal momento che i progetti sono stati a terra sono in gran parte del centro-nord, il divario risulterà aumentato. · Sen. Occhiuto (FI) – Il PNRR rappresenta una mappa per rinnovare l’Italia. Il Governo Meloni è stato in grado di anticipare le difficoltà, salvaguardando l’efficacia del PNRR e le risorse previste. Anche ANCI ha espresso recentemente una valutazione positiva. Evidenziata infine la necessità di una trasparenza sui fondi. · Sen. Pirro (M5S) – Ha criticato la rimodulazione del Piano, dal momento che case di comunità o ospedali di comunità sono state escluse. Ha criticato inoltre il problema dell’utilizzo dei fondi da parte del Governo, soprattutto in ambito di salute e sanità, dove sono stati rinviati fondamentali investimenti negli ospedali pubblici. · Sen. Murelli (Lega) – Ha criticato l’approccio europeo che punta solo sull’elettrico in materia di automotive. Con riferimento alla Direttiva sulla qualità dell’aria, ha evidenziato la necessità di evidenziare le peculiarità di alcune zone del Paese verificando la criticità nel raggiungimento degli obiettivi, modulandoli. Ha chiesto di non tagliare i fondi sulla sanità e di salvaguardare l’investimento “ospedale sicuro e sostenibile”. Ha evidenziato la difficoltà del Paese nello spendere fondi europei. · Sen. Manca (PD) – Ha proposto un salto di qualità nei rapporti tra Governo e Parlamento. Ha evidenziato la necessità dell’apertura di cantieri nel Paese e, dunque, di un monitoraggio continuo da parte del Parlamento. Ha sottolineato che ci si aspettava non tagli alla spesa degli enti locali, ma una riforma della pubblica amministrazione, nonché la necessità di politiche di genere, investimenti a favore della medicina territoriale e a favore della giustizia. · Sen. Matera (FdI) – Ha evidenziato la necessità della riformulazione del Piano e del RepowerUE. Ha espresso valutazione positiva sul DL PNRR che stanzia risorse necessarie alla realizzazione degli interventi già previsti e agli investimenti aggiuntivi, sulla scia della valutazione positiva del Presidente di ANCI. Evidenziata la necessità di coordinamento di altre fonti, anche sul tema della salute. È stato inoltre evidenziato come nel Piano sia stata data particolare attenzione al Sud. Repliche del Ministro Fitto: · Relazione Corte dei conti – La Corte dei conti nella sua prima relazione, che si riferiva al primo semestre del 2023, ha indicato con i dati del febbraio 2023 un giudizio critico. La relazione degli scorsi giorni rappresenta un quadro completamente diverso, che ha espresso preoccupazioni solo sull’andamento della spesa che però già oggetto di lavoro da parte del Governo. · Rimodulazione Piano – Non ci sono fondi rimandati indietro. La rimodulazione del Piano ha infatti previsto spostamenti fuori dal Piano di alcuni investimenti ma che sono poi stati inseriti all’interno del DL PNRR. Sono progetti che sono stati opportunamente spostati dal Piano perché avrebbero portato ad un taglio delle rate perché non ammissibili. Questo è stato condiviso anche dalla Commissione UE. Anche il Presidente dell’ANCI ha evidenziato che non c’è stato nessun definanziamento. · Tempistiche ospedali sicuri – I progetti degli ospedali sicuri andavano appaltati entro dicembre 2023, ma solamente 9 risultavano appaltati a quella data. Non si tratta di una operazione di taglio ma di salvaguardia di quei progetti, anche con lo strumento del nuovo DL PNRR. · Finanziamenti del Piano – I finanziamenti sono collegati a tre fattori, non al merito. L’Italia ha ottenuto quella quota iniziale perché ha una popolazione ampia e ha avuto le peggiori performance su prodotto interno lordo e su occupazione durante la fase del Covid. Altri Paesi hanno scelto di non indebitarsi inizialmente, ma lo hanno fatto dopo la necessità del RepowerEU. L’Italia non ha avuto quel margine perché aveva già utilizzato tutte le risorse e dunque ha dovuto spostare progetti per avere nuove risorse. · Risorse qualità dell’aria – All’interno del DL si è compiuto una operazione di recupero di risorse del Fondo di sviluppo e coesione che sono stati utilizzati in maniera non coerente. È tuttavia impegno del Governo recuperare quelle risorse anche con il DL Salva infrazioni. · Capacità amministrativa – Le iniziative del Governo non sono state solo su Zona economica speciale e sui nuovi accordi di coesione. Con il progetto capacità e coesione, è stata data una prima risposta da parte del Paese in questo settore, con l’utilizzo di risorse UE che porteranno ad assunzioni nella PA e soprattutto nei Comuni. · Aree interne – Strumento fondamentale per il Governo, che porterà anche ad un confronto con ANCI. · Ruolo del Parlamento – Utile allargare il ruolo del Parlamento, trovando alcune formule basate su ambiti di investimenti. |